The Danish Girl: oggi è già ieri
Riccardo Tavani
Dentro le vesti, gli aspetti di ieri appare meglio ciò che è oggi. Potremmo anche dire: dentro le vesti, gli aspetti dell’altro si vede meglio l’identico, l’identità. Così se cronologicamente ieri è l’altro dell’oggi, ecco che il cinema riesce a dirci con appassionante limpidezza quello che sta accadendo oggi, domani, presentandocelo attraverso una vicenda realmente accaduta nel passato.
Siamo tra Copenaghen e Parigi di inizio ‘900. I coniugi Einar e Gerda Wegener, belli della loro briosa giovinezza, sono entrambi pittori. Vivono con trasporto sia la loro arte sia la loro sessualità, eppure in entrambe le situazioni qualcosa sembra incepparli. Einar è fermo a un paesaggio della sua infanzia che non riesce a portare come lui desidera a compimento. Gerda guadagna qualcosa facendo ritratti che gli commissionano i signorotti della città ma nessuna galleria, alcun mercante d’arte la prende seriamente in considerazione quando si presenta a proporre i suoi quadri. Innamorati perdutamente l’uno dell’altra, Einar e Gerda si addormentano e si svegliano facendo l’amore: eppure – nonostante lo desiderino – Gerda non rimane mai incinta.
Gerda lavora anche alle scenografie di balletti, rappresentazioni teatrali. Un giorno chiede a suo marito di mettersi in posa con un tutù appoggiato sopra, calze bianche alle gambe e scarpette da ballerina infilate ai piedi per un dipinto di scena. Da questa piccola goccia mimetica viene giù tutto il cielo splendente della loro vita. La sera a letto lui si fa trovare con una leggiadra vestaglia da donna. Gerda comincia a ritrarre il marito in questa sua alterità, o identità diversamente esibita. Il suo successo artistico è immediato, oltrepassa i confini danesi e arriva fino a Parigi, dove la reclamano per un’importante mostra celebrativa. Da quel momento suo marito Einar non apparirà più in pubblico. Gerda si presenta in società, ai ricevimenti, ai vernissage delle sue mostre accompagnata da Lili Elbe, la cugina di suo marito, la quale – gli somiglia molto. È lei il nuovo dominante soggetto dei ritratti di Gerda Wegener.
A travolgere la giovane, bella pittrice non è però il successo artistico, ma il dramma del giovane bel marito pittore che ha scoperto la sua identità diversamente dislocata da quella maschile. I sentimenti tra loro sono immutati, anzi, più forti che prima, poiché Gerda fa del tutto per aiutare Einar nella lacerante contraddizione di sentirsi ormai pienamente donna ma in un corpo di uomo. Lui ormai è Lili Elba e non può più fare a meno di vestire fisicamente e psicologicamente i suoi panni. I pregiudizi culturali, mentali e persino sanitari dell’epoca servono a mettere meglio in risalto proprio il contrasto tra l’intimità di una condizione sentimentale, di un amore tra persone al di là del genere sessuale e l’ambiente sociale esterno.
Molti di quei pregiudizi oggi sono caduti, eppure altri rimangono ben radicati. Soprattutto in Italia. Abbiamo anzi assistito a un loro volgare rinfocolamento in tutta la vicenda sulla legge per le unioni civili. I pregiudizi, però – come è nell’etimologia stessa della parola –, partono sempre da una triviale astrazione. Se noi entrassimo nella concretezza di una situazione umana data ci accorgeremmo che il vero nocciolo della questione non ha niente a che fare con quegli irreali preconcetti. Ecco, The Danish Girl ci conduce dentro l’intimità di una vicenda storica vera, mostrando limpidamente, con la forza e la forma alta dell’immagine, la purezza e l’autenticità dei sentimenti in gioco. Sentimenti che l’astratto, ottuso pregiudizio sociale e culturale ha trasformato in un concreto dramma per le due persone che amandosi lo hanno vissuto fino all’ultimo respiro. E i sentimenti veri non hanno tempo, come sa mostrarci solo il grande cinema: quelli di oggi sono già da sempre quelli di ieri.
Nomination all’Oscar 2016 come Migliore Attore per l’interpretazione di Einar/Lili da parte di Eddie Redmyne, che già ne ha vinto lo scorso anno, impersonando lo scienziato Stephen Hawking ne La teoria del tutto. Candidata anche Alicia Vikander nella parte di Gerda. Oscar 2016 ad Alicia Vikander quale Migliore attrice non protagonista.