PARTENZA SEQUENZA AL FEST DEL CINE SPAGNOLO

Riccardo Tavani

CinemaSpagna, Festival del Cinema Spagnolo è iniziato in maniera sfolgorante. Se gli inizi descrivono l’andamento successivo delle cose, qui già nel primo giorno abbiamo avuto la presentazione al pubblico di opere diverse tra loro ma comuni nella spiccata qualità cinematografica.

Si è iniziato con HABLAR, Parlare, ottanta minuti di piano sequenza, ossia un’unica successione d’immagini eseguita dalla macchina da presa sempre in movimento, senza mai uno stacco, un taglio di montaggio. Le conversazioni, gli incontri, i conflitti, i tentativi di comprensione al telefono mobile o de visu tra varie persone che si cercano, fuggono, si nascondono, reclamano affetto, un lavoro, un salario che gli è stato rubato. Mirabile è la coordinazione di regia e attori nell’entrare e uscire dalle inquadrature in continuo, rapido spostamento sui selciati e tra i bar notturni della realtà. Mirabile, perché questa particolare forma – il piano sequenza – del linguaggio cinematografico riesce a restituirci tutta la vorticosa continuità del linguaggio umano, la sua inevitabile tendenza a scontrarsi, quasi più a lacerare che favorire la comprensione, ma poi anche la sua intrinseca capacità di rimediare a questo difetto. Replica domenica 8 maggio, ore 18, Cinema Farnese, Campo de’ Fiori, Roma.

C’è stata poi la riproposizione de LA FLOR DE MI SECRETO, Il fiore del mio segreto, un film di Pedro Almodovar del 1995, con Marisa Paredes, mitica attrice spagnola alla quale la rassegna dedica una retrospettiva. È qui esplorata la dimensione femminile del presente, attraverso un affascinante personaggio di donna inquieta, contraddittoria, fragile in amore quanto prepotente nelle sue convinzioni. La letteratura femminile – da quella rosa a quella alta – diventa il campo di uno scontro esistenziale, che manda il suo contraccolpo fino alle generazioni precedenti e alle tradizioni della Spagna dei paesi di provincia. Fulminante la battuta che la madre dice alla figlia scrittrice: “Una donna quando non è più con un marito è come una vacca senza campanaccio, per questo me ne torno al paese, altrimenti mi perdo”.

A CAMBIO DE NADA, Nulla in cambio, è stato il film di chiusura della prima giornata, con la sala del Cinema Farnese Persol affollatissima e l’incontro con il regista Daniel Guzmán, vincitore del Premio Goya 2015, quale Miglior Regista esordiente. Replica Sabato 7 maggio, ore 16.30. Un adolescente ribelle che drammaticamente si caccia – quasi di proposito – in guai sempre più grandi di lui, perché a casa, a scuola, nel quartiere non riceve mai nulla in cambio della sua necessità di affetto e di sentimenti autentici.

Perfetta e sempre accogliente l’organizzazione di Iris Martin Peralta e federico di Exit Media. Altrettanto puntuale l’Ufficio Stampa di Reggi&Spizzichino Communication.