Geniale, niente tocca meglio il presente storico e cinematografico
Riccardo Tavani
Il titolo dei tre volumi è O Inquieto, O Desolado, O encantado, della durata ognuno di due ore e rotti minuti. Questa è una delle opere nelle quali il cinema presenta una delle sue forme di passaggio verso il futuro. Gomes concepisce un film totale, scavalcando, anzi abbattendo le barriere – soprattutto – tra fiction e documentario, realtà. Non fa un docu-fiction, ma un film che è fiction a tutti gli effetti, con costumi e ambientazioni arabeggianti che ruotano attorno a una bellissima Sherazade. Solo che il vero racconto – esplicitamente dichiarato nei titoli di testa – è il Portogallo di oggi, e con esso l’Europa, l’Occidente e la sua attuale crisi. Così fanno irruzione, tra un’avventura e l’altra della stupenda ammaliatrice, facce, voci, storie vere di persone e situazioni che Gomes ha scovato tra le pieghe della nostra realtà. Li ha scovati mobilitando 60 giornalisti portoghesi che hanno girato in ogni contrada e angolo del Paese alla ricerca di facce e storie che avessero l’autenticità del presente. Dramma, ironia, politica, arte, economia, poesia, vorticano insieme sullo schermo, quasi fosse davvero un racconto dietro l’altro con i quali Sherazade irretiva il Re di Persia Shahryar per non farsi uccidere. Un’opera quella di Miguel Gomez da seguire con attenzione. Le sue notti arabe illumineranno molti schermi, oltre quelli delle belle sale torinesi. Nessun film meglio di questo tocca oggi il presente storico e cinematografico.